La sovraperformance dei mercati americani è sostenibile?

Guardare il passato per prevedere il futuro

È vero che ciò può essere utile, tuttavia è importante ricordare che nei mercati finanziari le performance passate non garantiscono performance future.

Questa introduzione ci serve per esplorare un tema cruciale: la sovraperformance del mercato azionario americano è sostenibile nel lungo termine?

Per approfondire, facciamo riferimento a uno studio di AQR, un rinomato fondo d’investimento statunitense, che ha analizzato il mercato azionario americano confrontandolo con l’insieme dei mercati azionari di altri paesi nel mondo.

Un aspetto immediatamente evidente è la notevole sovraperformance degli Stati Uniti negli ultimi 30 anni.

Di seguito possiamo notare l’andamento di $10.000 investiti nel mercato azionario americano (in blu) e nel mercato azionario globale, escludendo quello americano, (in rosso).

La differenza è abbastanza netta.

Tuttavia, a noi non interessa il passato ma vogliamo capire se questo può ripetersi in futuro.

Questa tendenza può continuare anche nei prossimi anni?

Per rispondere a questa domanda, è fondamentale evidenziare un aspetto chiave.

Un Paese può superare le performance di un altro se si verifica una delle seguenti condizioni:

  1. Maggiore crescita relativa in termini di fondamentali.
  2. Maggiore crescita relativa del rapporto prezzo/fondamentali (ovvero diventare più costoso)

Questa distinzione è cruciale perché la crescita basata sui fondamentali è sostenibile e dunque ripetibile nel tempo. Al contrario, una crescita basata unicamente sulle valutazioni è meno sostenibile: non si può sperare che ci sia sempre qualcuno disposto a comprare a prezzi più elevati!

Cos’è successo al mercato azionario americano?

Come spiega AQR, la sovraperformance del mercato azionario è stata guidata da una espansione dei multipli e non da una crescita dei fondamentali. In altre parole, il mercato azionario statunitense ha sovraperformato gli altri paesi semplicemente perché gli investitori erano disposti a pagare di più, a parità di valore fondamentale dei titoli.

Questa condizione continuerà in futuro? Gli USA continueranno ad essere il miglior mercato in cui investire?

Perché ciò avvenga, gli Stati Uniti devono raggiungere una crescita più significativa in termini di fondamentali, poiché l’espansione dei multipli non può proseguire all’infinito.

Negli ultimi 30 anni, coloro che hanno diversificato geograficamente hanno ottenuto performance inferiori rispetto a chi ha investito esclusivamente in titoli americani. Questo approccio non ha avuto successo per molti investitori nell’arco della loro intera carriera professionale.

Pertanto, sembra difficile credere che questa tendenza non continuerà in futuro. 

Tuttavia, per definizione, non tutti possono entrare nel mercato migliore senza aumentarne il prezzo e diminuirne il rendimento atteso. In altre parole, se esistesse un “mercato migliore”, tutti gli operatori vorrebbero investirvi. Di conseguenza, i prezzi aumenterebbero e qualsiasi inefficienza sarebbe colmata.

Per questo motivo, oggi una maggiore diversificazione geografica è probabilmente la scelta più saggia.

Si tratta tuttavia di una scelta dolorosa e impopolare. Fare una scelta controcorrente non è mai facile, ed è per di più impopolare. Se fosse “popolare”, non potrebbe mai essere una scelta vincente, poiché il mercato tende per natura a respingere le scelte condivise dalla maggioranza.

Per concludere, riteniamo che un investitore intelligente, in primo luogo, non debba precludersi alcuna opzione. In secondo luogo, oggi più che mai, nonostante la storia suggerisca il contrario, è importante diversificare dal punto di vista geografico. E infine: per ottenere extra-rendimenti bisogna fare scelte impopolari!

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