L’anticipazione delle aspettative come chiave per avere successo

Ciò che conta davvero per operare in borsa non è tanto la previsione degli eventi in sé, quanto la capacità di anticipare l’aggregato delle aspettative degli operatori, ossia il modo in cui il mercato nel suo complesso interpreterà una determinata notizia e ne tradurrà l’impatto nei flussi di denaro verso gli strumenti finanziari.

Ogni evento che modifica il contesto dei mercati finanziari innesca una reazione da parte degli investitori, in un meccanismo che ricorda il terzo principio della dinamica: a ogni azione corrisponde una reazione uguale e opposta.

La notizia relativa a Deepseek ha inizialmente generato un momento di caos, per poi rientrare progressivamente man mano che l’informazione veniva analizzata in modo più approfondito. I media giocano un ruolo fondamentale nell’influenzare il sentiment degli operatori meno esperti, che spesso reagiscono in modo impulsivo e emotivo alle prime notizie disponibili. Basta osservare i titoli dei giornali nelle prime ore successive all’annuncio: “La Cina sviluppa un’AI più potente e meno costosa, USA in pericolo” oppure “Nvidia non venderà più chip: il caso Deepseek”. (Esempi)

Tuttavia, non possiamo biasimare i giornalisti per analisi superficiali: scrivono per un pubblico e, evidentemente, quel pubblico ricerca quel tipo di informazione. Se la maggior parte degli operatori di mercato interpreta le notizie a un livello superficiale, è naturale aspettarsi che le reazioni iniziali siano fortemente influenzate da emozioni e bias cognitivi. Questo genera inefficienze nei prezzi, che poi si correggono con il tempo…questo vuol dire opportunità per gli operatori più navigati.

Nel nostro precedente articolo, ci chiedevamo se il caso Deepseek potesse essere almeno un pretesto per innescare una rotazione settoriale. In altre parole, ci chiedevamo come avrebbe reagito la massa degli investitori dopo una riflessione più approfondita.

A quanto pare, analizzando le reazioni di secondo livello (seguendo un po’ la logica di Pensieri lenti e veloci di Kahneman), anche gli investitori retail hanno iniziato a interrogarsi su un aspetto cruciale: se l’AI sta diventando meno costosa e più accessibile, questo potrebbe spingere a un cambio nei settori favoriti dal mercato?

Martedì ci eravamo posti questa domanda, e i dati ci confermano che una prima rotazione è avvenuta. I titoli growth hanno inizialmente sofferto, mentre i flussi si sono spostati verso i titoli value americani e, soprattutto, sull’Europa. Un fattore determinante è stata la forza del dollaro rispetto all’euro, che ha reso più appetibili i titoli europei agli occhi degli investitori internazionali.

Se consideriamo anche le possibili politiche economiche di Trump, in particolare un suo piano per svalutare il dollaro, acquistare oggi titoli denominati in euro potrebbe offrire un vantaggio: per un investitore americano, ciò potrebbe tradursi in un 4-5% di risparmio sul potere d’acquisto nei prossimi anni, a parità di performance dei titoli.

L’S&P 500 Value è rappresentato in bianco, il Growth in blu, l’S&P 350 Europe in giallo e l’S&P 500 Cina in viola. Orizzonte temporali e ritorni dal primo gennaio ad oggi:

Come evidenziato dal grafico, nonostante l’innovazione Deepseek provenga dalla Cina, e nonostante circolino altre notizie su nuove AI ancora più potenti pronte a essere rilasciate dal mercato cinese (come nel caso di Alibaba), la Cina non ha beneficiato particolarmente di queste notizie.

Evidentemente, agli occhi degli investitori, il mercato cinese è ancora considerato troppo rischioso rispetto, ad esempio, all’Europa. Tuttavia, ciò su cui insistiamo sempre è che l’unico parametro oggettivamente valutabile, o quasi, è il rapporto rischio-rendimento implicito. In altre parole, la vera domanda è: quali e quanti rischi sono già stati prezzati da uno strumento finanziario rispetto ai possibili scenari futuri?

Se guardiamo a questo parametro, possiamo dire che la Cina sta prezzando molti più rischi rispetto, ad esempio, all’Unione Europea. Questo non significa necessariamente che il mercato cinese crescerà più dell’Europa nei prossimi mesi. Piuttosto, questo indica che gli asset cinesi hanno minori probabilità di scontare ulteriori rischi, mentre è più probabile che il mercato inizi a incorporare qualche input positivo, favorendo così un recupero.

Nel frattempo, come da attese, la Fed ha mantenuto i tassi d’interesse nella forchetta 4.25%-4.50%. Durante la conferenza stampa, Powell ha ribadito l’indipendenza della banca centrale rispetto all’amministrazione Trump, il quale non ha tardato a reagire, attribuendo alla Fed le colpe dell’inflazione.

Una reazione prevedibile, considerando i precedenti scontri tra i due dopo la vittoria elettorale di Trump. Ora resta da vedere come si concilieranno le politiche monetarie della Fed con quelle fiscali dell’amministrazione Trump, soprattutto in un contesto in cui il collocamento dei bond (e quindi la necessità di mantenere una forte domanda per evitare un eccessivo calo dei prezzi) sta diventando un elemento sempre più cruciale per il controllo della forza del dollaro.

Alle 14:30 sarà il turno del PCE, un dato che potrebbe aumentare la volatilità sui mercati e influenzare le aspettative sui futuri tagli dei tassi. Come di consueto, se il PCE dovesse risultare in linea con le attese, scenario piuttosto probabile, potremmo assistere a movimenti direzionali degli indici americani, destinati però a essere riassorbiti nel breve termine.

Il mercato, come puoi ben vedere, è ogni giorno ricco di possibili market mover. La vera sfida non è identificarli tutti, ma capire quali saranno realmente considerati dagli operatori e, di conseguenza, quali potrebbero essere le loro reazioni. In questa analisi, è fondamentale evitare bias cognitivi e ragionamenti intuitivi del tipo: “Powell ha detto che i tassi scenderanno, quindi i prezzi delle obbligazioni saliranno”. Investire seguendo queste logiche è un errore garantito, almeno in termini di timing, perché si finisce sempre per agire quando i prezzi hanno già scontato tutta la narrazione.

Cercate quindi di ragionare in modo controintuitivo (che non significa necessariamente andare contro-trend), evitando di seguire ciecamente le convinzioni del vostro vicino di casa, che di mestiere fa altro, ma che ogni mattina si aggiorna sulle principali testate finanziarie e dispensa consigli gratuiti.

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