Siamo nel seconda parte dell’anno e, come sempre, si torna a parlare di “minusvalenze”, “zainetto fiscale”, “recupero delle perdite”. Se queste parole ti suonano come arabo, fermati un attimo. Prima di svelarti una delle strategie più efficaci per gestire le perdite, facciamo un passo indietro e capiamo di cosa stiamo parlando, con parole semplici.
Partiamo dalle Basi: Cos’è una “Minusvalenza” e perché dovrebbe interessarti?
Immagina di comprare un’azione a 100 euro. Dopo un po’, per mille motivi, il suo valore scende e decidi di venderla a 80 euro. Quei 20 euro che hai perso sono, per il fisco italiano, una minusvalenza.
Ora, lo Stato, in un certo senso, è “giusto”: se ti tassa quando guadagni (le cosiddette “plusvalenze”), ti permette anche di “scontare” le perdite dai guadagni futuri. Per farlo, ti mette a disposizione uno “zainetto fiscale” immaginario, dove tutte le tue minusvalenze vengono annotate.
Fin qui tutto semplice. Ma ci sono due regole fondamentali che devi conoscere, due “trappole” che possono rendere questo zainetto inutile:
La Regola della Categoria (Mele con Mele): Puoi usare le tue perdite solo per “compensare” guadagni della stessa categoria, cioè quella dei “redditi diversi”. Quasi tutti i guadagni da investimenti (azioni, obbligazioni, ETC/ETN, certificati) rientrano qui. Facciamo un esempio: hai accumulato minusvalenze di €10mila sul mercato azionario. Se otterrai guadagni per €10.000 su certificati, allora pagherai zero tasse.
La Regola della Scadenza (La Bomba a Orologeria): Questa è la più importante. Le minusvalenze nel tuo zainetto fiscale hanno una data di scadenza di quattro anni. Se in questo arco di tempo non realizzi abbastanza guadagni nella categoria giusta per azzerarle, quelle perdite “evaporano”. Spariscono. E tu perdi per sempre la possibilità di usarle come “credito” fiscale. E’ come se perdessi due volte: perdi perchè hai fatto minusvalenze e perdi perchè pagherai più tasse sui guadagni futuri.
Ecco perché a fine anno scatta l’allarme: le minusvalenze realizzate quattro anni prima stanno per diventare carta straccia.
La soluzione più logica sarebbe usare strumenti fiscalmente efficienti, come i certificati di investimento a capitale condizionatamente protetto, con ad esempio indici come sottostanti. Le loro cedole, infatti, sono “redditi diversi” e ti permettono di incassare guadagni non tassati, andando a erodere le tue minusvalenze. Rispetto alle azioni, infatti, i certificati hanno maggiore probabilità di ottenere rendimenti positivi e compensabili nel breve periodo.
Ma c’è un problema: questi certificati, essendo prudenti, offrono rendimenti contenuti. Se hai minusvalenze corpose in scadenza, potresti non riuscire a generare abbastanza guadagni in tempo per compensarle tutte.
Ed è qui che entra in gioco una strategia da professionisti. Esiste un modo per “congelare” le minusvalenze in scadenza e far ripartire da capo il conteggio dei quattro anni. È un’operazione di “tax deferral”: non cancelli le perdite, ma ne allunghi la vita.
Lo strumento per questa “magia” si chiama Certificato di Investimento Maxi Coupon. Lascia perdere il nome. Pensa a un attrezzo specifico, pensato per un solo scopo: essere efficiente fiscalmente.
Questo strumento ha una caratteristica geniale: paga una cedola iniziale gigante (la “maxi cedola”), spesso del 15%, 20% o anche di più. E come abbiamo visto, le cedole dei certificati sono considerate “redditi diversi”, perfette per compensare le tue perdite.
La Strategia “Toccata e Fuga” Passo Dopo Passo
Questa non è una strategia di investimento, ma un’operazione chirurgica con un obiettivo puramente fiscale. La logica è quella di una “toccata e fuga”: entri, prendi la cedola ed esci subito.
- La Scelta del Certificato: Non un certificato qualunque. Devi cercarne uno con una maxi cedola importante (almeno 15-20%) e con sottostanti che abbiano un buon “cuscinetto” di sicurezza rispetto alla barriera. Questo ti protegge da movimenti di mercato improvvisi durante la tua operazione lampo.
- Il Tempismo è Tutto (Cum-date vs Ex-date): Qui sta il cuore della strategia. Devi acquistare il certificato il giorno prima che stacchi la cedola (la “cum-date”) e rivenderlo subito il giorno dopo, alla prima ora di mercato (la “ex-date”). Acquistando prima, ti assicuri il diritto a incassare la maxi cedola. Vendendo subito dopo, esci immediatamente dal rischio legato all’andamento dello strumento.
Cosa succede nel tuo zainetto fiscale?
Incassi la maxi cedola, che per il fisco è una plusvalenza. Questa va a compensare, euro su euro, la tua vecchia minusvalenza in scadenza.
Il giorno dello stacco, il prezzo del certificato scenderà di un importo simile alla cedola. Vendendolo, registrerai una nuova perdita ma con un timer nuovo di zecca! Potrà essere usata per i prossimi quattro anni. Hai di fatto “travasato” la tua vecchia perdita in scadenza in una nuova, dandoti altro tempo per recuperarla con più calma con strumenti di lungo periodo. Obiettivo raggiunto.
Ricorda: l’investitore intelligente sa gestire in maniera efficace gli aspetti fiscali del suo patrimonio. Tasse più elevate significa minori guadagni.
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