Più i rischi sono evidenti e conclamati, meno diventa rischioso investire.
Tuttavia, al momento sembra che stia aumentando principalmente il rischio percepito dagli operatori, senza che questo si traduca in un impatto significativo sui mercati azionari, ma concentrandosi piuttosto su specifiche nicchie di mercato.
Dall’immagine seguente, che mostra la dashboard del rischio geopolitico di BlackRock, si nota chiaramente come, dopo l’elezione del presidente Trump, il livello di rischio geopolitico percepito sia aumentato in modo significativo.

Questo scenario è piuttosto naturale, considerando l’orientamento del presidente verso politiche “aggressive”, in particolare su temi come i dazi e la politica estera.
Questa incertezza si riflette nella forza del dollaro e, ancora di più, nell’oro, che, nonostante il biglietto verde sia ai massimi, continua a segnare nuovi record storici, superando oggi i 2950 dollari per oncia. Dalla conclusione delle elezioni statunitensi, l’oro ha registrato un incremento di circa +15%, una performance notevole, soprattutto considerando i livelli già elevati da cui è partito.
L’indice Fear & Greed mostra un sentiment degli investitori che, nonostante i mercati azionari siano ai massimi storici, oscilla tra la neutralità e il pessimismo. Questo è un segnale interessante, che possiamo interpretare come una progressiva riduzione dell’entusiasmo nell’investire nuovi capitali sull’azionario, una sorta di fase di hold.
Anche osservando il differenziale di rendimento a 20 giorni tra azioni e obbligazioni, possiamo notare come ultimamente siano i bond ad essere richiesti a prezzi crescenti, più delle stock.

Ma se gli asset rifugio attirano nuovi capitali e il sentiment sull’azionario si fa più cauto, perché i mercati azionari continuano a salire e segnare nuovi record?
La risposta non è univoca: si tratta di un intreccio di dinamiche e interdipendenze tra variabili che non si possono spiegare con un’unica causa. È un fenomeno che semplicemente accade. Tuttavia, questa dicotomia merita attenzione: il fatto che, nonostante l’aumento dell’incertezza, i mercati azionari non ne risentano potrebbe indicare la presenza di mani forti che continuano a sostenere il mercato, acquistando azioni a prezzi sempre più elevati. Questo potrebbe favorire la prosecuzione del trend rialzista in corso.
Dobbiamo abituarci comunque a improvvisi picchi di volatilità, che possono manifestarsi in qualsiasi momento, soprattutto a seguito delle dichiarazioni di Trump. Questa volatilità potrebbe essere particolarmente evidente sui mercati europei in caso di nuovi annunci sui dazi da parte della sua amministrazione.
Tuttavia, eventuali contraccolpi potrebbero essere bilanciati da rialzi su alcuni titoli specifici che beneficerebbero della situazione, soprattutto oltreoceano. Nonostante questi scossoni di breve termine, rimaniamo positivi sull’azionario, con un’attenzione particolare ai titoli value, che potrebbero offrire maggiore stabilità in questo contesto.