La situazione cinese: temporanea euforia o cambiamenti strutturali?

Il mercato mobiliare cinese, pur avendo al suo interno titoli di altissima qualità, soffre di un problema più ampio legato alle incertezze del paese. Nonostante queste incertezze non riguardano solo l’ambito economico, il governo cinese ha recentemente deciso di intervenire per sostenere il mercato, dato che il paese si trova sull’orlo della deflazione e la crescita del “dragone” è stata rivista al ribasso a causa della recente crisi immobiliare.

Qualche giorno fa, la banca centrale cinese ha annunciato quattro importanti misure per stimolare l’economia:

Ha ridotto di 20 punti base il tasso di reverse repo a 7 giorni, portandolo all’1,5%. In una reverse repo, la banca centrale vende titoli agli operatori di mercato con l’accordo di riacquistarli successivamente, riducendo temporaneamente la liquidità nel sistema. Con un tasso più basso, diventa meno conveniente per le banche e gli istituti finanziari prestare denaro alla banca centrale rispetto ad altre operazioni, il che può disincentivare il parcheggio di liquidità presso la banca centrale.

Ha ridotto di 50 punti base il tasso di riserva obbligatoria (Required Reserve Ratio, RRR), portandolo al 9,5%. Di conseguenza, le banche devono accantonare meno capitale di riserva, aumentando così il moltiplicatore monetario. Si prevede un incremento di circa 142 miliardi di finanziamenti disponibili per imprese e privati, attraverso una maggiore quantità di moneta scritturale.

Ha allentato i requisiti per l’acquisto di immobili, nel tentativo di rilanciare un settore che ha sofferto durante l’ultimo anno.

Ha istituito un fondo di 71 miliardi di dollari, destinato a prestare denaro a fondi, assicurazioni e broker per investire in azioni cinesi e supportare le società nei programmi di riacquisto azionario (buyback).  Non è ancora chiaro se il tasso a cui verranno erogati questi prestiti sarà inferiore ai tassi di mercato.

Sull’onda delle quattro recenti manovre, i mercati hanno reagito positivamente, con l’Hang Seng e il CSI300 che negli ultimi tre giorni hanno registrato un rialzo vicino al 10%.

Ecco il grafico da inizio anno dell’Hang Seng:

Tuttavia, questi stimoli monetari da soli non sono sufficienti per risollevare completamente l’economia cinese. Saranno necessari anche stimoli fiscali. Ora che la Fed e molte altre banche centrali hanno avviato politiche monetarie più accomodanti, anche la Cina potrà orientarsi maggiormente in questa direzione.

È importante ricordare che il presidente cinese mira a rendere il renminbi una valuta di riserva internazionale, cercando negli anni di modificare l’attuale visione dollarocentrica dei mercati finanziari internazionali.

Per questo motivo, nonostante la recente crisi, la Cina non ha svalutato in modo aggressivo la propria valuta per stimolare l’economia. Ha atteso che anche altre banche centrali seguissero una politica monetaria più accomodante per mantenere la forza relativa del cambio. Anche per questo, negli ultimi due mesi, la moneta cinese ha beneficiato della debolezza del dollaro, mostrando un trend rialzista.

Nonostante ciò, la Cina si trova ancora in una situazione di pericolosa deflazione, che potrebbe sfociare in una spirale negativa se le aspettative dei consumatori non cambiano. 

Quando i cittadini di un Paese in deflazione si aspettano prezzi ancora più bassi in futuro, tendono a rimandare gli acquisti, riducendo così i consumi e aumentando il risparmio. Questa dinamica può trasformare la deflazione in un incubo per l’economia, da cui è difficile uscire senza significativi stimoli fiscali e monetari, che inevitabilmente porteranno a una svalutazione della valuta.

Pertanto, sebbene queste quattro misure possano inizialmente sembrare positive e alimentare l’euforia sui titoli cinesi, è importante considerare attentamente la reale situazione economica del Paese. Non bisogna farsi troppo attrarre da titoli che, dopo il recente rialzo, potrebbero non rappresentare più un’opportunità ottimale in termini di rapporto tra rischio e rendimento atteso.

Il recente rialzo potrebbe essere stato in parte favorito dall’eccesso di pessimismo che aveva spinto molti investitori a mantenere posizioni short o neutrali sulla Cina nel momento in cui queste notizie sono state annunciate. Come spesso accade, gli investitori più esperti, che avevano assunto posizioni rialziste durante la fase di pessimismo diffuso, sono stati i principali beneficiari di questo rialzo

Attualmente, la situazione economica della Cina rimane sostanzialmente invariata rispetto a qualche settimana fa, ma i prezzi degli asset sono ora più elevati, rendendo l’acquisto meno conveniente. Alcuni potrebbero giustificare un investimento oggi sostenendo che la Cina continuerà a perseguire una politica espansiva, ma è importante ricordare che i mercati, soprattutto grazie alla speculazione professionale, tendono a essere sempre un passo avanti, e questa previsione è già in parte incorporata nei prezzi.

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