Ieri i principali indici di borsa hanno registrato un forte rialzo. Alcuni attribuiscono questo movimento alle dichiarazioni del CEO di Nvidia, che ha parlato di una crescente domanda di chip a fronte di un’offerta limitata, mentre altri ritengono che il rialzo sia legato ai dati sull’inflazione, che sono risultati per lo più in linea con le aspettative, ad eccezione del core mensile.
Tuttavia, la realtà è più complessa. Sebbene questi fattori possano influenzare il sentiment degli investitori, il mercato spesso si muove in base alla sua natura intrinseca e alla percezione di determinati rischi. Spieghiamoci meglio:
Nel precedente articolo abbiamo analizzato e commentato le dichiarazioni del nostro strategist riguardo i dati sull’occupazione, prima della loro pubblicazione. In sintesi, se i dati fossero stati percepiti dal mercato come estremamente negativi, avremmo assistito a un forte ribasso, offrendo interessanti opportunità di acquisto.
Venerdì, con la pubblicazione dei dati, inizialmente c’è stata una reazione positiva, ma come avevamo anticipato, si trattava di “mani deboli”. Infatti, entro la chiusura, il mercato ha subito una significativa correzione al ribasso.
Di seguito il grafico del Nasdaq 100 (index) a candele giornaliere. La linea verticale viola indica il giorno di Venerdì 6 settembre:
I dati sull’occupazione sono risultati inferiori alle aspettative, sebbene non disastrosi, ma comunque percepiti come un segnale di potenziale recessione dal mercato.
Il prezzo del petrolio ha continuato a scendere, toccando martedì i 65 dollari al barile, un indicatore tipico delle aspettative di recessione e della compressione della domanda aggregata.
Un altro segnale è stato il ritorno alla normalità della curva dei rendimenti, considerato un indicatore “infallibile” di recessione. Con l’aspettativa di imminenti tagli dei tassi da parte della FED, i rendimenti dei Treasury a due anni si sono compressi maggiormente rispetto a quelli a lungo termine, riflettendo tali aspettative e facendo tornare la curva sopra lo 0.
Andamento Yield curve. Rendimento 10 anni meno il rendimento 2 anni (in blu scuro) e meno il rendimento a 3 mesi (in blu chiaro). La differenza tra il 2 anni e il 3 mesi è “quanto” e come riflettono le aspettative sui tassi di interesse e sulla politica monetaria. Il 3 mesi cattura solo i tagli dei tassi imminenti.
Ma perché acquistare ora se molti temono una recessione?
Proprio perché le aspettative di recessione sono già state ampiamente incorporate nei prezzi.
I mercati sono per loro natura controintuitivi: quando un rischio è evidente e noto a tutti, è già prezzato. Di conseguenza, il rischio di nuovi shock è inferiore. Al contrario, durante le fasi di euforia, quando i mercati sono in rialzo, potrebbero già riflettere un ottimismo esagerato, rendendo meno conveniente acquistare.
Proprio per questa caratteristica controintuitiva dei mercati, che porta i ragionamenti logici delle masse ad avere un risvolto operativo negativo, noi di Cristail abbiamo deciso di investire gran parte della liquidità disponibile del nostro portafoglio Infinity all’inizio della settimana, consapevoli di entrare sul mercato a prezzi che già riflettevano, almeno parzialmente, i timori di una recessione.