Il petrolio come indicatore di sentiment

Nozioni Tecniche sul Petrolio

Il prezzo del petrolio è un indicatore fondamentale sui mercati finanziari, influenzato notevolmente da tensioni geopolitiche e dai potenziali rischi di interruzioni nella catena di approvvigionamento. 

Ecco un grafico che mostra l’andamento del prezzo del petrolio (WTI), in relazione ad importanti eventi economici e/o geopolitici

Ci sono due principali qualità di petrolio: il West Texas Intermediate (WTI) e il Brent. Il WTI è estratto principalmente in Texas e viene ampiamente utilizzato in Nord America, mentre il Brent proviene dal Mare del Nord e serve principalmente i mercati europei. 

Questa differenza geografica influisce non solo sui luoghi di utilizzo e sulla qualità del petrolio, ma anche sulla logistica delle consegne. Il Brent, ad esempio, essendo estratto in mare, ha una logistica di trasporto più diretta. 
Il WTI, d’altra parte, viene trasportato prevalentemente a Cushing, una cittadina in Oklahoma che funge da nodo cruciale nel mercato petrolifero statunitense. Conosciuta come il “Punto di consegna di Cushing,” questa località è il principale punto di consegna fisico per i contratti di petrolio greggio WTI negoziati sul New York Mercantile Exchange (NYMEX). Da qui, il petrolio viene distribuito a varie raffinerie attraverso una rete di oleodotti.

Comprendere queste dinamiche è fondamentale per analizzare i prezzi del petrolio, soprattutto per valutare l’impatto di rischi geopolitici o interruzioni dell’offerta. 

Un indicatore chiave in questa analisi è lo spread tra il Brent e il WTI. Tipicamente, il Brent ha un prezzo superiore al WTI, il che permette agli esportatori americani di coprire i costi di trasporto e di mantenere un prezzo competitivo sul mercato internazionale.

Ecco l’andamento recente dello spread Brent – WTI:

La base del grafico rappresenta lo 0, cioè quando i due prezzi sono identici. Da circa il 2011 questa situazione si verifica sempre meno proprio per l’aumento dell’offerta a Cushing, che permette agli americani di esportare petrolio efficientemente.

Cosa sta succedendo oggi al prezzo del petrolio?

I prezzi del Brent e del WTI sono scesi ai livelli più bassi registrati dall’inizio di marzo 2024. Il WTI ha toccato i 77 dollari al barile mentre il Brent gli 83 dollari:

Ecco l’andamento del WTI da novembre, del tutto simile al Brent dato lo spread abbastanza stabile al momento:

La discesa può essere attribuita principalmente a due fattori. Il primo riguarda la geopolitica: le tensioni accumulate ad aprile, dovute alla possibilità di un conflitto tra Israele e Iran, si sono ridimensionate dato che per ora il conflitto non è scoppiato. 

Tuttavia, il rischio resta ancora elevato a causa della prossimità della zone del conflitto allo Stretto di Hormuz, un vitale corridoio di transito globale per il petrolio. Proprio in quest’ottica, secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (EIA), l’OPEC+ ha attualmente una capacità inutilizzata di circa 4 milioni di barili al giorno, risorsa che potrebbe essere impiegata per mitigare eventuali interruzioni a breve termine dell’offerta di petrolio.

Ecco dove si trova lo stretto di Hormuz, dove secondo i dati passa circa il 20% del consumo petrolifero globale.  Come puoi osservare dalla mappa, si trova in una regione attualmente molto instabile. Una potenziale interruzione del flusso di petrolio attraverso questo stretto potrebbe servire come strumento di leva significativo, utilizzabile per scopi strategici dai paesi coinvolti in conflitti nella zona:

Il secondo fattore che potrebbe aver contribuito al calo dei prezzi del petrolio è legato all’offerta. Secondo le previsioni di analisti del settore, i dati che verranno pubblicati oggi alle 16:30 mostreranno un aumento delle scorte a Cushing di circa 1 milione di barili. 

Un incremento delle scorte indica che la domanda non sta tenendo il passo con la produzione, il che esercita una pressione al ribasso sui prezzi. 

Come evidenziato nel grafico, le scorte a Cushing sono in aumento già dall’inizio di aprile:

Questo aumento delle scorte a Cushing non è l’unico dato rilevante in termini di inventario. Secondo un rapporto dell’Energy Information Administration, il mercato del petrolio si è ristretto quest’anno, con le scorte globali che hanno visto una riduzione di 300.000 barili al giorno. Questo calo è attribuibile principalmente all’aderenza dell’OPEC+ ai tagli alla produzione. 

Pertanto, la riduzione del prezzo potrebbe essere più influenzata da fattori tecnici e/o geopolitici che non da un semplice squilibrio tra offerta e domanda.

In sintesi, il prezzo del petrolio è determinato sia da fattori di domanda e offerta, legati alle decisioni dell’OPEC+, sia da fattori geopolitici che, indirettamente, influenzano tali dinamiche. Anche per chi non opera direttamente nel settore petrolifero, è cruciale monitorare i prezzi del petrolio a livello globale. 

Questa osservazione può rivelarsi fondamentale per identificare potenziali problematiche economiche o tensioni geopolitiche, offrendo una visione più ampia delle dinamiche economiche mondiali.

Oggi il prezzo dell’oro nero dipende molto dal conflitto in Medio Oriente e soprattutto dalle aspettative circa l’allargamento del conflitto ed il coinvolgimento di punti di snodo petrolifero. In questa situazione, un rialzo dei prezzi potrebbe influire negativamente sui prezzi del mercato azionario, perché gli operatori intrepreterebbero il rialzo come un aumento dell’incertezza.

Non a caso, in queste situazioni, il petrolio ed il VIX, che di solito non hanno una correlazione così diretta, hanno una forte correlazione positiva. 

Oggi ti lasciamo con il grafico che mostra questa correlazione. In rosso il VIX e in giallo il WTI, da ottobre 2022:

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